La cripta di don Peppe.
Don Peppe Ciabattoni non era di queste parti ma forse proprio per questo si prese tanto a cuore la Chiesa di Santo Stefano. La Chiesa di Santo Stefano, rimane una testimonianza della ricchezza da cui queste zone furono ricoperte quando ricaddero sotto il controllo dell’Abbazia di Farfa; sul web trovate molte notizie su tutto questo complesso: potete partire cliccando qui, se vi interessa approfondire.
Io, qui, voglio solo raccontare di quando in paese si decise di scavare sotto la chiesa. A don Peppe Ciabattoni (e a mio nonno, che era podestà, all’epoca) si deve il merito di aver riscoperto le stanze della cripta. Che ci fosse la cripta si sapeva, ma una piccola parte serviva da deposito e la restante, la maggiore, era rimasta lì, nascosta, da secoli. Mio zio raccontava che mentre scavavano, non finivano di tirare fuori ossa umane, e molte erano femminili. La cripta, evidentemente, veniva usata come ossario. In Comune (o in canonica) probabilmente si possono avere informazioni su dove le ossa furono messe; probabilmente finirono nell’ossario del cimitero, oggi avrebbero avuto sorte diversa. A don Peppe, pare si debba anche la sistemazione del campanile e di tutta la parte moderna della Chiesa. Se passate di qua, fate un salto a visitare la cripta: oltre ad essere una delle più grandi che ho visto, è anche una delle meglio conservate.
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