La Chiesa-Fortezza nel bosco.

La Chiesa-Fortezza nel bosco.

La incontrate percorrendo la Provinciale 89 ad un chilometro circa dal bivio con la Provinciale 237, quella che va a Comunanza. Le indicazioni ci sono, ma ve le ritrovate addosso se l’andatura dell’auto è sostenuta.

Sulla Chiesa e sulla torre, si è soffermato a lungo Furio Cappelli, un medievalista eccelso, gran conoscitore di questi luoghi: se cliccate  qui, potrete leggere il resoconto del suo lavoro di studio a riguardo. 

Per poterla visitare credo che vi convenga chiedere al Comune di Roccafluvione, visto che la Chiesa, normalmente è chiusa: cliccate qui e trovate tutte le informazioni a riguardo.

A me piace ricordare come questo edificio, come il soprastante borgo di Pedara, rimangano una testimonianza di quale grande importanza abbiano avuto questi luoghi, anche dopo l’uscita dall’orbita farfense. Il diverticolo della Salaria Gallica che saliva a Montegallo era molto trafficato in passato almeno fino al XVI secolo, momento in cui è iniziata una continua e initerrotta decadenza di queste zone. Ancora Furio Cappelli ricorda che Stendhal, nel 1829, mentre si trovava a Roma durante i festeggiamenti per l’Ascensione, descrive i popolani provenienti da Ascoli come catapultati dal 1400: era una condizione in cui erano precipitati dopo l’apertura di nuove frontiere ad Ovest, destino capitato a quasi tutte le zone più remote della nostra Italia.

La Salaria Gallica passava di qua.

La Salaria Gallica passava di qua.

Fino al 1969, di sconosciuto c’era soltanto il nome. Nel senso che da tempo si immaginava che nell’Italia romana una qualche strada di una qualche rilevanza percorresse i piedi dell’Appennino marchigiano fino ai primi contrafforti dei Monti della Laga. Mancava il nome, e lo si scoprì proprio nel 1969; ma è una storia lunga, ancora poco chiara, e chi se la vuole leggere la trova cliccando qui.

In ogni caso, il tracciato ascolano della Salaria Gallica nessuno lo conosce con certezza, ma siccome l’uomo ha sempre evitato di farsela complicata e quindi di scavalcare montagne e infilarsi in anfratti e paludi, è possibile che, dalle parti del Fluvione la strada seguisse le rive del torrente e una volta discesa da Croce di Casale si incrociasse con la più famosa Salaria dalle parti di Taverna di Mezzo, o di Taverna Piccinini.

Mio zio mi racconta che prima che mio nonno costruisse la casa che si trova a salire verso la vecchia SS 78 Picena  (oggi è la SP237), la strada usciva da Ponte Nativo e girava subito a sinistra, non risaliva subito  la costa fino alla fontana, ma seguiva il fiume, visto che gli argini sono molto alti e non c’era pericolo di allagamenti.

In ogni caso, che la Salaria Gallica passasse su Ponte Nativo oppure che salisse a Force e discendesse verso Venarotta e quindi Ascoli, questo era uno degli incroci più importanti della zona perché faceva risparmiare decine di chilometri di strada e soprattutto, perché nessuno doveva costruirlo o manutenerlo… era lì da millenni.

Il fatto che ancora solo pochi metri della strada che porta a Casacagnano (che è comune di Roccafluvione) appartenga al comune di Venarotta pur essendo distante chilometri dal centro del borgo, la dice lunga su quanto fosse importante riscuotere qualche quattrino di dogana dal passaggio di Ponte Nativo.