Non di solo Spirito vive l’uomo…

Non di solo Spirito vive l’uomo…

La lotta intestina tra Osservanti e Spirituali (per capirci, quella tra francescani “moderati” e “estremisti”, la stessa che racconta Eco ne ‘Il Nome della Rosa’), da queste parti fu ancora più devastante che nel resto d’Italia. Un po’, perché agli inizi della predicazione del frate di Assisi, la maggior parte dei suoi discepoli era proprio marchigiana e non umbra (anche questa questione meriterebbe una bella chiacchierata); e un po’ perché i ‘pauperisti’ erano gente testarda di natura e su queste montagne, che poco spazio lasciano ai confort, si trovavano a loro agio. Qua e là, qualche Spirituale fu simpaticamente impiccato o bruciato; qualcun altro finì i propri giorni in una torre di tufo con delle belle sbarre di ferro alle finestre.

Dopo un secolo e passa di repressione, tuttavia, la lotta non era ancora vinta. Gli Spirituali, decimati, avevano cambiato nome (li chiamavano Fraticelli, adesso) ma la solfa era più o meno la stessa: Gesù fece voto di povertà, San Francesco lo replicò e la Chiesa non deve possedere beni terreni perché né il primo, né tantomeno il secondo avevano posseduto mai nulla di proprio. Un po’ per invidia, un po’ perché ci credeva davvero, la gente di qui non mancò di prendere le parti dei ‘rivoluzionari’ e il loro proseliti aumentavano a dismisura e con loro, c’è da crederlo, il mancato gettito delle decime.

A differenza di quello che era successo quasi due secoli prima,, stavolta a lottare contro la rivoluzione, gli Osservanti misero in azione delle vere e proprie ‘corazzate di fede’, gente tipo San Giacomo della Marca o San Bernardino da Siena, teologicamente preparati e non certo distanti dai bisogni della gente comune. Tra questi, uno spazio importante lo merita il Beato Marco da Montegallo, che inventò i Monti di Pietà. Nato sotto il Monte Vettore, in una frazione che oggi si chiama Fonditore e che quella volta si chiamava Santa Maria (l’originalità nello scegliere i nomi, da queste parti, non ha mai toccato vette altissime), Marco ebbe un’istruzione di grande qualità, divenne dottore in legge ed in medicina, poi si sposò, capì che non era proprio aria e prese i voti. Tra i francescani divenne subito una delle teste di ponte per permettere il riavvicinamento tra esigenze di una popolazione che si stava riprendendo da decenni di catastrofi di tutti i tipi e lo Spirito Santo che sembrava averla abbandonata. I Monti di Pietà ebbero uno sviluppo impensabile e permisero a tanta gente di tirarsi fuori dall’usura imperante in quegli anni.

Che uno dei più grandi economisti del XV secolo sia venuto fuori da uno dei posti più sperduti e tetri d’Italia e fosse un francescano, deve averla una morale nascosta da qualche parte: o no?