Mia nonna ripeteva che le sue figlie non avrebbero mai dovuto lavorare. Non che fosse una fascista reazionaria, tutt’altro; è che proprio non ce la faceva più. 7 figli (4 non erano neanche i suoi, ma li aveva ereditati dal precedente matrimonio di mio nonno), una casa da mandare avanti e soprattutto il lavoro che consisteva in qualche decina di bambini di età variabile tra i 6 e i 12 anni, alcuni delle vere e proprie canaglie, tutti lontani da qualsiasi cosa possa assomigliare a degli scolari modello.
Riuniti in una sola classe, una mattinata a scuola doveva essere piuttosto stressante per una giovane maestra di una trentina d’anni che si doveva inventare una decina di lezioni differenti ogni gorno. Guardate questa foto, sarà di metà degli anni ’30, una di quelle foto che si fa una volta l’anno e che vi deve vedere sorridenti e in tiro, a manifestare le ‘magnifiche sorti e progressive’ del genere umano: qualche bimbo abbozza un sorriso, un sorriso che certo non traspare sul volto di mia nonna.
La scuola si trovava in una zona a poche centinaia di metri da Ponte Nativo, sulla strada che va verso la frazione di Casacagnano, nel’edificio che adesso ospita un B&B, che porta il nome della scuola, Villa Filetta.
Finita la scuola, si tornava a casa e c’era un’altra sfilza di bambini tra i 2 e i 15 anni da accudire. per fortuna, i primi nati davano una mano, fin da molto piccoli, ognuno doveva fare il suo e prendersi cura dei più piccoli; funzionava così in ogni casa, che fosse la casa di pietra e legna di poveri mezzadri o quella meno modesta del sindaco: l’unica differenza era che il sindaco poteva avere disponibilità di qualche soldo, con i quali c’era davvero poco da comprare di quello che serviva davvero.
Mia madre raccontava che mia nonna finiva le giornate letteralmente prostrata. “Non dovete studiare, trovate un uomo buono e fatevi una famiglia, altrimenti farete la mia stessa fine.” ripeteva alle due piccole del gruppo, che fecero come mia nonna disse loro di fare; ma che la sera andavano a dormire sfibrate nè più ne meno di quanto non finisse la loro madre.