29 Febbraio 2020
di Carlo Santini
Era lui, Hans…

Nel post che trovate qui parlavo di Hans, un soldato romeno che faceva da interprete al comandante della Wehrmacht che nell’estate del 1944 aveva stabilito il proprio quartier generale nella Casa sul Ponte.

Fino a poco fa, non sapevamo neanche se il suo vero nome fosse Hans. Poi questo brandello di carta, forse scritto proprio da Hans, che, come si può vedere era davvero rumeno, (mia nonna  deve aver scritto sotto il testo ‘Rumania’). Hans faceva Hūdetz di cognome ed era un caporale (notate l’abbreviazione Gefr. – sta per Gefreiter). veniva da Brezon che è un villaggio ai confini con la Serbia. In tedesco Brezon era Bersondorf e durante la prima guerra mondiale faceva parte dell’impero austro-ungarico. A Brezon, tra le due guerre ci dovevano essere praticamente solo abitanti di lingua tedesca, come si evince dall’elenco dei caduti in guerra che ho trovato qui: http://www.denkmalprojekt.org/2019/bersondorf-chronik_gde-forotic_kreis-caras-severin_banat-rumaenien.html

Il nome di Hans, non c’è, quindi deve averla sfangata. Un Hans Hudertz visse ad Amburgo nel secolo scorso e poteva essere lui visto che la sua data di nascita era 1915 e di norte il 1980; chissà, forse aveva salvato la pelle e aveva scelto di vivere nella nazione per la quale aveva combattuto.

Ripercorrere la vita di qualcuno la cui esistenza ha sfiorato seppure per un momento quella di un nostro caro, fa sempre un certo effetto.