4 Luglio 2020
di Carlo Santini
Eccitante quella cellula.

Sono dovuto andarmela a cercare per togliermi il dubbio che quei termini nascondessero qualcosa di scabroso. Vi risparmio la spiegazione, roba da cinefili ma comunque molto interessante. Per tagliare corto, la cellula eccitatrice era la responsabile del sonoro nelle pellicole cinematografiche; e mi fermo qui. Ma vi racconto invece che due miei zii acquistarono l’attrezzo che vedete nelle foto per portare i primi film in una stanza del comune di Roccafluvione una sessantina di anni fa.

Per chi non aveva idea di esseri umani se non in carne ed ossa, vedersi spuntare da una parete Gesù crocefisso sul Calvario, o San Francesco che ammansisce un lupo, non era cosa da poco.

Lo racconta chi era bambino alla fine degli anni ‘50 e oggi si fa ancora delle grasse risate ripensando alle vecchie contadine che urlavano e piangevano e pregavano mentre la pellicola riproduceva i passi del Vangelo. Racconta anche che nei periodi di maggiore tensione della proiezione, lui, che aveva l’età giusta per combinare guai, si infilava tra le sedie, alcune portate da casa, e faceva schizzare qualche spettatore ipnotizzato, con il classico “Bu!” a cui seguiva il lancio di bastoni e borse. Poi c’erano quelli che alzavano il braccio proiettando le ‘corna’ sullo schermo, chi tossiva in continuazione, chi veniva vestito come andasse a messa, chi usava l’oscurità per strappare qualche promessa per il dopo cinema.

Il più tecnico dei miei due zii era l’addetto alla proiezione; l’altro, nato organizzatore, staccava i biglietti e presentava i film.

Poi la televisione e della cellula eccitatrice rimase solo quella scritta sul pannellino, lì, dove sta adesso, accumulando polvere come probabilmente continuerà a fare per il futuro.