
Io mi fermo qui, finché non mi pagate…
“INNVTISQVE MANENTIBUS MAGIS PERFICIETUR”, lo trovate scritto sull’architrave di una casa di Talvacchia, un villaggio – anzi due – a cavallo tra Marche ed Abruzzo. E descrive bene il senso di questo Blog.

” Mettetevi d’accordo perché finché non mi dite chi caccia i soldi, io non vado avanti”. E valga per questa, così come per tante iscrizioni che si trovano incise sui pietre e colonne delle case delle zone intorno a Ponte Nativo: la Storia, non è fatta solo di imprese eroiche o opere grandiose ma di carpentieri non pagati, di polli rubati, di sbornie colossali.
La Storia, quella Piccola, non ce la insegnano a scuola; nei libri non troveremo mai che Cesare invase la Gallia perché aveva perso al gioco, o Napoleone tracollò a Waterloo per un mal di stomaco da schiantarsi in due. La maggior parte degli eserciti ha fatto guerre per uno sguardo in tralice.
E questo atteggiamento, riguarda non solo eventi straordinari, ma comuni, se pensate, ad esempio, che milioni di morti si sarebbero potute evitare se solo Francesco Redi, per una ripicca personale, non avesse taciuto la scoperta della causa della rogna, come ho avuto modo di documentare.
Ecco, questo Blog, mi serve proprio a dare una dimensione a quella Piccola Storia; a raccontare di chi è passato come un soffio su questa terra, senza lasciare che poche tracce: è Storia anche la sua, forse lo è di più.
La Storia? Inutile ma divertente.
Da sempre appassionato di Storia, fin dai tempi delle scuole elementari, quando macinavo libri e libri sulla storia di Roma e sul Medio Evo. Consideravo quell’abbuffata di nozioni come il sistema per conoscere il mondo ed evitare di ripetere errori clamorosi, guerre e distruzioni. C’è voluto qualche anno per capire che un ottimo motivo per studiare la Storia è esattamente l’opposto, e cioè quello di ripeterne i disastri: sarà un caso, che tutti i peggiori autori di genocidi, avessero il culto del passato? Ciò non toglie che sia davvero interessante conoscere le giustificazioni che l’uomo usa per farsi gli affaracci propri 😉
primum vivere, deinde...
L’altra mia passione, quella per “le cose che si vedono e si raccontano” (che poi è una manifestazione della prima), mi da mangiare. Mi occupo del modo con cui le cose che devono essere comunicate, prendono forma e diventano stampe, arredamenti, immagini ed emozioni. Piloto droni e assaggio vini, oltre a fuggire appena possibile in bici.