Il ponte sul Garrafo

Il ponte sul Garrafo

Il Garrafo è uno dei tanti torrenti che taglia il calcare della roccia e si butta a valle tra salti e forre. È uno spettacolo straordinario, avrò modo di parlarvene la prossima estate quando ci tornerò (magari con qualcuno di voi) e farò un po’ di foto. Comunque cercate sul web; le immagini che trovate (una sta qui a lato) non sono neanche lontanamente vicine alla grandiosità dell’esperienza dal vivo.

Oggi però voglio parlarvi di come la viabilità della Salaria prima di Ascoli Piceno non sia di molto cambiata dalla sistemazione delle strade realizzata sotto Augusto: ad esempio, fino a non più di 40 anni fa la strada che attaversava Acquasanta Terme, passava sul ponte romano sul Garrafo che vedete qui a lato (o nella foto sopra). Come vedete dalla mia foto, il viadotto della Salaria attuale fiancheggia quello romano, che oltre ad essere semplicemente eccezionale da un punto di vista architettonico, si è conservato per 2.000 anni. Vogliamo scommettere che quello moderno non passa neanche un secolo?

In ogni caso questo non è l’unico esempio di pezzi di strada romana ancora perfettamente conservata. Il percorso marchigiano della vecchia Salaria è ancora in perfetta forma in almeno una decina di tratti: vedrò di farne un elenco in un prossimo post. 

 

“Imus ad Aquas!”

“Imus ad Aquas!”

Sulla Tabula Peuntigeriana, la copia delle principali vie militari dell’Impero Romano, sono chiamate ad Aquas; e basta già solo questo ad indicare quanto questi luoghi fossero importanti per la logistica militare romana. Ma “ad Aquas” non era un punto di transito, o una mansio, come Surpicano (che più o meno doveva essere dalle parti dell’odierna Arquata del Tronto, o di quello che ne rimane); era una specie di ospedale militare dove venivano mandati soldati feriti o che avevano bisogno di cure ricostituenti. Perché ’ad Aquas’ che doveva trovarsi più o meno dalle parti di Santa Maria di Acquasanta, era un luogo di cura, come adesso.

Ancora oggi le sorgenti sulfuree che scaturiscono dal ventre delle montagne a strapiombo sul Tronto, sono metadi chi voglia fare un bagno nello zolfo.

A Santa Maria, che tra l’altro è stato il villaggio in cui è nata la madre di mio padre, hanno sistemato un percorso che porta alle antiche sorgenti. Non vi aspettate confort e attrezzature à la page, perché questi non sono luoghi molto rifiniti: ma vale sicuramente godersi lo spettacolo di un acqua che anche quando fuori si scende sottozero, rimane a 26 °C