L’8 Settembre di Roccafluvione
In Italia, l’8 settembre è una data che ancora si ricorda; e a ragione. È stato uno dei tanti momenti bui della Storia d’Italia, forse uno dei più terribili del secolo scorso. L’8 settembre 1943 finiva una guerra, quella contro gli Alleati, e ne iniziava un’altra, quella tra italiani: la prima era stata devastante, della seconda, ancora paghiamo le conseguenze.
Quando nella serata dell’8 settembre Radio Algeri comunicò la notizia dell’Armistizio, mossa con la quale Eisenhower costrinse Badoglio a renderla ufficiale anche in Italia, l’Armistizio era realtà da 5 giorni. Il generale Castellano lo aveva firmato a Cassibile intorno alle ore 17:00 del 3 settembre, ma per essere vigente, doveva essere reso pubblico, cosa che avvenne, appunto, l’8 settembre.
La segretezza della firma, in effetti, è sempre stata un certezza storica. Tutti sapevano che l’Italia si sarebbe sganciata presto dall’Asse, ma ancora nella riunione del pomeriggio del 3 settembre Badoglio non ne fece parola con nessuno dei presenti: e alla riunione c’era mezzo governo e quasi tutti i più alti rappresentati delle Forze Armate.
Si è sempre detto che nei 5 giorni trascorsi, pochi, a livelli immediatamente inferiori a quelli apicali, sapessero della firma. In realtà, probabilmente non fu così.
Il documento che vedete qui è unico. L’ho trovato tra le carte di mio nonno che fino al’1 settembre del 1943 era ancora potestà del comune di Roccafluvione ma che fu rimosso e sostituito dal Cav. Alessandro Alfonsi (“archivista capo della Reale Prefettura”, così si legge nel documento) con nomina prefettizia.
A Roma avevano già previsto tutto, e in tutte le amministrazioni comunali, anche le più minuscole, già qualche giorno prima della firma di Castellano erano cominciati i passaggi di consegna. È fa ancora più impressione constatare che con un minimo di organizzazione in più si sarebbero potute organizzare le decine di migliaia di soldati sparse per tutto il Mediterraneo e impedire Cefalonia, Coo o Rodi.
Fu una pagina terribile: voltammo le spalle ad un alleato folle, ma sempre alleato; e non fummo in grado neanche di organizzare quel poco di forze armate che una guerra sbagliata non aveva ancora spazzato via.
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